Il passo dell’elica è controllato
da un sistema elettroidraulico che consiste in un impianto idraulico, attuatore
idraulico collegato alle pale dell’elica, delle elettrovalvole proporzionali,
un controllo PI, un joystick ed un segnale di
ritorno potenziometrico. Il comando elettrico parte dal joystick attraverso un
segnale che viene mandato al sistema. Il segnale gestito da un controllore PI
sarà amplificato e comparato con quello di ritorno, l’errore che ne nasce viene
inviato alle valvole proporzionatrici che si muoveranno in un verso o
nell’altro per riportare il segnale di ritorno uguale al segnale del joystick.
L’attuatore idraulico mosso dall’olio in pressione sposterà le pale ruotando il
potenziometro che genera il segnale di ritorno. Nel caso di gestione manuale per
avaria del sistema automatico, l’ufficiale di turno potrà sostituirsi al
joystick operando in locale sulle elettrovalvole proporzionatrici (un po’ come
succede con la gestione in locale dell’impianto idraulico del timone).
IL PROPULSORE VOITH SCHNEIDER
Si presenta come un grosso disco
dal diametro di 5 metri circa con asse di rotazione verticale e con delle pale
articolate (solitamente cinque) sporgenti verso il basso, visibili
nell’animazione a lato.
Solitamente una nave che adotta
tale tipo di propulsione monta due Voith uno a prua e uno a poppa. Per
alloggiare un propulsore Voith la carena deve avere una forma piatta verso le
estremità prodiera e poppiera, per questa ragione solitamente questo tipo di
propulsore viene impiegato sulle navi traghetto bidirezionali quali le unità
classe “Agata” e classe “Riace” delle Ferrovie dello Stato in
sevizio nello Stretto di Messina o le unità classe “Isola
di Caprera” della Saremar di Navigazione del
gruppo Tirrenia Finmare in servizio in Sardegna.
Un tale sistema di propulsione non
richiede la presenza di eliche di manovra. Usualmente ad ogni Voith è abbinato
un motore collegato tramite un asse ed un giunto cardanico. Una sistemazione di
questo tipo permette alla nave di ruotare anche di 360° da ferma e di accostare
ed evoluire liberamente. L’articolazione delle pale consente un rapido
passaggio dalla marcia indietro alla marcia avanti e viceversa, una rapida
partenza da fermo e una buona manovrabilità in fase di attracco e alle basse
velocità.
IL PROPULSORE AZIPODALE (AZIPOD)
A partire dagli anni novanta ha
cominciato a trovare applicazione sulle navi il propulsore
azipodale , cioè azimutale con motore
propulsivo elettrico montato in un “pod” (piede a guscio sommerso) che
porta un’elica a passo fisso. Il nome con il quale è maggiormente noto questo
tipo di propulsore è AZIPOD. Pur trattandosi di un nome
commerciale legato alla ditta che lo ha proposto, brevettato, prodotto e
commercializzato per prima, nell’ambito di questo lavoro verrà indicato con
tale nome. L’azipod è un propulsore ad elica a passo
fisso connessa ad un motore elettrico alloggiato all’interno di in un “siluro” che può ruotare di 360° intorno
al suo asse verticale. La velocità del motore è controllata da convertitore
di frequenza che
rende possibile la sua rotazione da zero alla massima velocità in entrambi i
sensi di marcia . Tutto il blocco del propulsore è posto sotto la chiglia della
nave. Delle apposite guarnizioni garantiscono la tenuta stagna del blocco e la
libera rotazione del sistema.
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